15 marzo 2006

Terapia Ipnosi: su Salute di Repubblica

L’articolo seguente fa parte di un approfondimento sul settimanale Salute di Repubblica del 9 marzo 2006. Sono rimasto piacevolmente sorpreso di notare che l’ipnosi è presentata in modo divulgativo e serio allo stesso tempo. Vengono sottolineati e corretti alcuni pregiudizi diffusi e viene nominato Milton H. Erickson e non soltanto Freud.

Terapia ipnosi
Si usa in molti campi. Utilizzata in medicina dall'Ottocento, per un po' di tempo anche da Sigmund Freud, ha ampie possibilità di impiego in medicina. Uno stato di "sospensione del giudizio", nel quale è possibile guidare il paziente e curarlo. Ad una condizione: che collabori.

di Claudia Bortolato

Uno strumento terapeutico versatile, di facile somministrazione e per di più praticamente innocuo. Unico neo: è per molti, ma non per tutti, poiché funziona solo su soggetti motivati e "collaboranti". Parliamo di ipnosi clinica: di quella tecnica che può eliminare il dolore, risolvere diversi problemi comportamentali e sradicare malattie psicosomatiche di varia natura. Nulla a che spartire con esibizioni da piccolo schermo, dunque, bensì pratica medica di tutto rispetto, le cui origini ''intrecciano con quelle della moderna psichiatria. "L'ipnosi fu utilizzata per la volta sui malati di isteria dal neurologo francese Jean Martin Charcot, nella seconda metà dell'800. Anche Freud se ne servì per un breve periodo, ma dobbiamo a Milton Erickson, psicoterapeuta statunitense, la definitiva riscoperta dell'ipnosi e la sua trasformazione in terapia medica", ricorda Giampiero Mosconi, presidente dell'Associazione Medica Italiana per lo Studio dell'Ipnosi. Difficile, ancor oggi, definire compiutamente cos'è la trance ipnotica, ovvero la condizione nella quale il paziente si trova dopo che il terapeuta ha praticato quella che tecnicamente è definita induzione (suggerimento ipnotico). Si tratta di uno stato di coscienza modificato, a metà tra il dormiveglia e il cosiddetto "incantamento", nel quale le difese razionali sono minori. Uno stato di coscienza caratterizzato dalla chiusura agli stimoli esterni e di apertura a quelli interni. "Con l'ipnosi, l'emisfero sinistro, legato alle funzioni logiche e razionali, viene disattivato a beneficio di quello destro, preposto al pensiero di tipo metaforico e alla visualizzazione. È un processo che non comporta l'annullamento della volontà, ma soltanto una sospensione del giudizio che, altrimenti, impedirebbe all'inconscio di esprimersi liberamente", spiega ancora Mosconi. Una condizione, questa, che facilita l'incanalamento verso meccanismi di autocura di tutte quelle potenzialità represse nell'inconscio e "deviate" in malattia psicosomatica. Uno stato, quello della trance, con una base fisiologica solo in parte, per ora, sviscerata. "È stato rilevato che nel soggetto ipnotizzato si verifica una variazione fisiologica della normale attività nervosa", spiega il dottor Antonio Maria Lapenta, psichiatra a Torino e presidente del Centro italiano di ipnosi clinica e sperimentale. In particolare, sembra che si modifichi il rapporto tra attività del sistema nervoso simpatico e parasimpatico, i due meccanismi che rispettivamente accelerano e frenano l'attività del corpo. Inoltre, l'ipnosi può influire anche su alcuni meccanismi fisiologici che non dipendono dalla volontà, come pressione arteriosa e battito cardiaco". Dunque, con la trance ipnotica si può proficuamente intervenire su diverse problematiche.


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