17 marzo 2006

L'odissea di Giorgio Rocca e le sirene mediatiche dell'ipnosi


Giorgio Rocca ha matematicamente vinto la coppa del mondo di slalom speciale con una gara di anticipo, l'ultimo italiano a vincere la coppa del mondo di slalom fu Alberto Tomba nel 1995.

Oggi sul Corriere della Sera è stata pubblicata un intervista a Beppe Vercelli, il preparatore mentale di Rocca, di cui tanto si è parlato per l’uso dell’ipnosi e per gli “interruttori” dello stato autoipnotico dello sciatore. Giorgio Rocca ultimamente è sembrato in difficoltà e subito si è pensato che l’ipnosi non funzionasse o che lo sciatore fosse tornato a essere umano e non più un robot. E’ un tipico esempio di pregiudizio sull’ipnosi: in realtà l’ipnosi non fa magie e non ci trasforma in essere speciali. L’ipnosi era stata inquadrata male dai giornalisti, complice anche Vercelli, il quale ha sfruttato il clamore per pubblicare il libro “Vincere con la mente”. Ha ragione, invece, la professoressa Muzio, docente di psicologia della sport: “Bisogna fare attenzione allo psicologismo: non è bene dare un peso eccessivo alla componente mentale, pur essendo importante”.
La professoressa non ha ragione, invece, quando afferma che di ipnosi si parlava soprattutto anni fa, forse alludendo all’ipnosi come disciplina superata. L’ipnosi sta riprendendo vigore proprio in questo ultimo periodo, come dimostra il rinnovato interesse in medicina. E’ una nuova ipnosi, differente, scientificamente interessante e consolidata, di cui anni fa si aveva poca consapevolezza.

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