09 gennaio 2006

Linguaggio ipnotico e canto; Ipnosi e musica

Musica e ipnosi, Biomusicologia

Per quale motivo il ritmo e la cadenza della voce dell’ipnotista possono essere molto importanti nell’ipnosi, sia classica che conversazionale? Azzardiamo un’ipotesi stimolata da un intervento di W. Tecumseh Fitch, biomusicologo, autore di ricerche e saggi sulla comunicazione animale.

Darwin aveva affrontato il problema dell’evoluzione del linguaggio umano e, come molti teorici dopo di lui, pensava che una facoltà così complessa non poteva essere nata già perfetta ma doveva aver attraversato una fase intermedia, quella che oggi chiamiamo protolinguaggio.
Notando che la musica era un universale umano, Darwin formulò l’ipotesi secondo la quale il protolinguaggio sarebbe stato simile alla musica e “i ritmi e le cadenze dell’oratoria deriverebbero da facoltà musicali sviluppatesi in precedenza”.
Per analogia con il canto degli uccelli, Darwin sosteneva che le prime capacità musicali fossero state rafforzate dalla selezione sessuale: “il ritmo e le note musicali sono state acquisite dai progenitori maschi o femmine dell’umanità allo scopo di incantare l’altro sesso”. Oggi si sa che il canto può avere anche una funzione di protezione del territorio.
Darwin sapeva anche che l’apprendimento è un elemento centrale sia del canto animale che del linguaggio umano e serve a distinguerli da altri cosiddetti canti (gibboni, rane, grilli), i quali sono innati.
L’idea darwiniana di un protolinguaggio simile alla musica è affascinante e coerente con i dati cognitivi e neurali che abbiamo a disposizione. Alla biologia e all’evoluzione della musica, cioè alla nascente biomusicologia, viene ormai rivolto l’invito a frequentare più assiduamente la biolinguistica, in modo da farci capire le basi biologiche della musica e soprattutto aspetti profondi e complessi del rapporto tra cognizione e cultura umana.

Un ipotesi interessante è che il linguaggio ipnotico, con i suoi ritmi, le sue cadenze e la sua “semplicità” sintattica, sia quello che più di ogni altro si avvicina al protolinguaggio. Questo spiegherebbe la sua possibilità di influire su aspetti profondi della nostra mente e della nostra esperienza.

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