25 dicembre 2005

Ipnosi e Sport: Rocca

Ipnosi e Sport, Psicologia dello Sport

"Un gioiello di tecnica e di agilità, la sua seconda discesa. Determinato, preciso, veloce come sempre negli ultimi tempi. Di più: Rocca è inattaccabile, concentratissimo, agli avversari sembra irraggiungibile, li deprime come faceva il miglior Tomba. Danza sulla neve, Giorgio, zigzagando tra i paletti con un movimento esteticamente perfetto, affronta muri, gobbe e discese senza fatica.
Calibra forza e velocità in base alle difficoltà del tracciato. (...) Più un doppio «segreto»: l’ipnosi e la psicologia finalizzata al perfezionamento dell’approccio alla gara."

Fonte: La Stampa

23 dicembre 2005

Attenuazione delle sensazioni durante la preparazione del movimento volontario

Azioni volontarie, Sensazioni, Analgesia ipnotica

Le azioni volontarie producono una soppressione delle sensazioni provenienti dalla parte in movimento. Tramite stimolazione magnetica transcranica è possibile rallentare il segnale del comando motorio dalla corteccia motoria durante un movimento volontario. Durante tale rallentamento di verifica una attenuazione delle sensazioni, anche in assenza di movimento. La conclusione è che la soppressione sensoriale è dovuta principalmente ai segnali centrali relativi alla preparazione del movimento e che tali segnali sono a monte (upstream) rispetto alla corteccia motoria.

Interessante studio per le discipline ipnotiche, in relazione a ipnosi e analgesia.

Fonte: Nature Neuroscience

Ipnosi: definizione dell'American Psychological Association

Ipnosi, Ipnoterapia
(adattata dalla definizione di Ipnosi dell’AMERICAN PSYCHOLOGICAL ASSOCIATION - Division 30 - Psychological Hypnosis)

  • L’Ipnosi e’ una procedura durante la quale un medico o uno psicologo suggerisce che il paziente faccia esperienza di cambiamenti nelle sensazioni, percezioni, pensieri o comportamenti;
  • tali cambiamenti vengono usati dal sanitario nel trattamento psicoterapico per problemi psichici, oltre che nel trattamento del dolore e di molti problemi psicologici che emergono in campo medico e odontoiatrico;
  • il contesto ipnotico e’ generalmente stabilito mediante una procedura di induzione che puo’ essere fatta con tecniche dirette ("convenzionali" o comunque esplicitate) o indirette ("conversazionali" e di utilizzazione);
  • le persone rispondono all’Ipnosi in modi diversi. Alcune persone sono altamente responsive nei confronti delle suggestioni ipnotiche e altre sono meno responsive.
    La responsivita’ influisce sulla profondita’ della trance raggiunta dal soggetto ma non inficia un lavoro psicoterapico svolto con il modello ipnotico;
  • le persone che sono state ipnotizzate NON perdono il controllo sul loro comportamento.

In aggiunta al suo uso clinico la trance ipnotica viene usata nella ricerca con l’obiettivo di conoscere meglio la natura dell’Ipnosi di per sè, cosi’ come il suo impatto sulle sensazioni, percezioni, apprendimento, memoria e fisiologia.

22 dicembre 2005

Si può ipnotizzare qualcuno contro la sua volontà?

Ipnosi, Suggestione

Questo è uno degli argomenti più discussi del settore. E' un argomento che solleva questioni importanti circa le nozioni di libero arbitrio, di responsabilità personale delle proprie azioni e di confini nella relazione terapeutica.
Nel contesto clinico, la relazione fra terapeuta e paziente è necessariamente di mutua responsabilità e fiducia. La capacità di influenzare le persone a fare cose contro la propria volontà esiste, ma Le condizioni necessarie affinché ciò avvenga non corrispondono a quelle dell'incontro terapeutico. In altre parole, controllare una persona è possibile sotto certe condizioni, ma tali condizioni non sono in sé e per sé ipnosi (Laurence & Perry, 1998).

Fonti: Laurence, J. R. & Perry, C. (1988) Hypnosis, will and memory: A psycho- legal history. New York, NY: Guilford.

21 dicembre 2005

Neuroscienze: Studi che possono interessare le discipline ipnotiche

Memoria, Emozioni, Amigdala, Ippocampo, Corteccia prefrontale:

Compresenza:

Percezione:

16 dicembre 2005

Neuroscienze: Controllo volontario dell’attivazione cerebrale e del dolore

Controllo del dolore

Se un inviduo può apprendere a controllare direttamente l’attivazione di regioni cerebrali specifiche, questo approccio può fornire un controllo sui meccanismi neurofisiologici che mediano il comportamento e la cognizione e potrebbe fornire una strada differente per il trattamento di alcune malattie. Il controllo sul sistema endogeno di modulazione del dolore è un obiettivo clinico particolarmente importante.

Lo studio riporta che attraverso l’uso della Risonanza Magnetica Funzionale in tempo reale (rtfMRI) per guidare il training, i soggetti sono stati capaci di imparare a controllare l’attivazione della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale (rACC), una regione coinvolta nella percezione e nella regolazione del dolore.
Quando i soggetti deliberatamente inducevano aumenti e diminuzioni nell’attivazione della rACC rilevabile attraverso fMRI, si verificava un cambiamento corrispondente nella percezione del dolore causato da uno stimolo termico doloroso. Gli esperimenti di controllo hanno dimostrato che questo effetto non si verificava nel training condotto senza l’informazione del rtfMRI o usando informazione del rtfMRI derivata da altre regioni del cervello o usando informazione falsa derivata precedentemente da un altro soggetto. Soggetti con dolore cronico furono allenati a controllare l’attivazione della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale e riportarono diminuzione nel livello del dolore cronico dopo il training.

Questi risultati mostrano che gli individui possono acquisire controllo volontario sull’attivazione di specifiche aree del cervello attraverso il training adeguato; che il controllo volontario sull’attivazione della Corteccia Cingolata Anteriore rostrale conduce al controllo sulla percezione del dolore; e che questi effetti furono potenti abbastanza da influire in modo ingente sul dolore cronico clinico grave.

Fonte: Proceedings of the National Academy of Science

14 dicembre 2005

Smettere di fumare: l'Easyway è con l'Ipnosi

Smettere di fumare con l'ipnosi

“Niente farmaci, niente ipnosi, solo una conversazione. Magari con la sigaretta in bocca.” Questo riporta “Panorama” riguardo al metodo di moda per smettere di fumare: Easyway di Allen Carr. Tale metodo si svolge in una seduta, ma di 5 ore. A questo punto non vedo perché l’ipnosi debba essere considerata più gravosa, visto che il protocollo standard usato nelle sperimentazioni prevede 3 sedute di 45 minuti l’una! E poi, esistono evidenze sperimentali per Easyway? Per l’ipnosi sì.

Dati alla mano, un trattamento ipnotico individualizzato in tre sedute riporta una percentuale di successo dell’81%, di cui il 48% con astinenza totale a dodici mesi dal trattamento. La maggioranza dei pazienti (95%) è risultata soddisfatta del trattamento ricevuto.

Fonte: Elkins G.R., Rajab H. (2004), L’ipnosi clinica per smettere di fumare: risultati preliminari di un intervento in tre sedute, The International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 52 (1), 73-81.

07 dicembre 2005

La rinascita dell'Ipnosi

Ipnosi

L’ipnosi è la più longeva delle psicoterapie ed una delle più antiche e praticate metodiche per il controllo del dolore.
Dopo aver incarnato, con Mesmer, la nascita della moderna psichiatria nel XVIII secolo, guadagnato il rispetto ed il prestigio accademico con Charcot, conosciuto una incredibile fortuna clinica con Bernheim e Liebault e contribuito alla nascita della psicoanalisi con Freud nel XIX secolo, agli albori del XX secolo l’ipnosi sembrava aver concluso la sua spinta propulsiva.
Intorno agli anni 50, invece, negli Stati Uniti, si ha una rinascita dell’ipnosi – rinascita che non ha uguali nella storia della medicina - con Clark Hull, Ernest Hilgard, Martin Orne e, sopra tutti, Milton H. Erickson, la cui innovazione può essere considerata di diritto come uno dei più significativi progressi del XX secolo nel campo della psicoterapia in generale e di quella ipnotica in particolare.
Nonostante questa più che soddisfacente diffusione, l’ipnosi rimaneva tuttavia prigioniera di una sorta di malefico incantesimo. Da lato “mediatico”, l’ipnosi ha attirato folle di pensieri deboli e scaltri affabulatori; dal lato clinico, l’ipnosi era dibattuta fra detrattori pregiudiziali e spocchiosi e fautori troppo interessati e ipocritici. Sembrava impossibile rompere il cerchio e immaginare un futuro “normale” per l’ipnosi, alla stregua di tutte le altre discipline biomediche, che hanno meritato negli anni il rispetto della comunità scientifica internazionale.

Ma qualcosa è cambiato, e sta cambiando, negli ultimissimi anni. Con frequenza crescente, riviste scientifiche internazionali di indubbio prestigio (e.g. Science, Pain, Anesthesiology, American Journal of Psychiatry, Journal of Neuropsysiology, Proceedings of the National Academy of Sciences) hanno cominciato ad ospitare articoli riguardanti l’ipnosi, con particolare riferimento ad una delle sue applicazioni potenzialmente più interessanti: l’analgesia ipnotica.
Vedi:

Non soltanto l’ipnosi è diventata un argomento dignitoso, maturo e appetibile per la comunità scientifica internazionale, ma, per la prima volta, viene riconosciuta come “un potente, affidabile strumento fisiologico d’indagine sul sistema nervoso centrale e periferico”.

Fonte: De Benedittis G. (2003), Ipnosi. Rivista Italiana di ipnosi clinica e sperimentale, 1-2004, FrancoAngeli

Ipnosi e Neuroscienze

Ipnosi, Neuroscienze

L’Archives of General Psychiatry, la più prestigiosa tra le riviste di psichiatria, che ha sempre dimostrato attenzione e sensibilità verso le prospettive che promettono indicazioni innovative, ha pubblicato di recente una importante rassegna dal titolo Hypnosis and Neuroscience.

Nell'articolo, Amir Raz e Theodore Shapiro della Cornell University riprendono con grande interesse i sempre più numerosi studi che indagano l’efficacia dell’ipnosi nel rispondere agli interrogativi non ancora risolti rispetto all’attenzione, alla memoria e agli altri processi cognitivi.

Gli autori sottolineano che “le tecniche di neuroimaging stanno offrendo nuove opportunità di utilizzare l’ipnosi e le suggestioni postipnotiche come vere e proprie sonde nell’esplorazione del funzionamento dei meccanismi cerebrali e, reciprocamente gli stessi mezzi di indagine dei processi cognitivi sono in grado di gettare una nuova luce sulle basi neurali dell’ipnosi stessa”.

Fonti:
Raz A., Shapiro T. (2002), Hypnosis and Neuroscience. Arch. Gen. Psychiatry 59: 85-90

Ipnosi e Dolore acuto

Dolore, Analgesia ipnotica

Sulla base di 18 studi controllati ed un campione complessivo di 933 partecipanti. È stato dimostrato come l’ipnosi sia in grado di produrre un significativo sollievo del dolore acuto nel 75% della popolazione in diverse situazioni cliniche. Gli autori concludono che la riduzione del dolore mediante ipnosi può essere considerata “un trattamento affidabile e consolidato”.

Di là di una confortante conferma circa l’efficacia dell’analgesia ipnotica nel controllo del dolore acuto, non v’è dubbio che quest’importante lavoro sia un esempio di come l’ipnosi possa (e debba) essere studiata con rigore scientifico per produrre risultati affidabili e replicabili, alla stregua di qualunque altra disciplina biomedica.

Fonti:

Analgesia ipnotica, Neuroimaging

Dolore, Analgesia ipnotica

Studio di neuroimaging con tecnica PET (Positron Emission Tomography) sull’analgesia ipnotica, di Pierre Rainville, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science nel 1997.

Gli studiosi hanno dimostrato che manipolando, tramite suggestioni ipnotiche appropriate, il grado di risonanza affettiva negativa (unpleasantness) evocata da una stimolazione nocicettiva, si modificava parallelamente l’attività di strutture encefaliche (e.g. la corteccia cingolata anteriore) deputate alla codificazione della componente motivazionale-affettiva del dolore, mentre non risultava modificata l’attività della corteccia somatosensoriale primaria, deputata alla componente sensoriale-discriminativa dello stimolo nocicettivo.
La straordinaria selettività della suggestione ipnotica nel manipolare differenzialmente le due componenti principali dell’esperienza dolorosa era documentata da una strepitosa correlazione lineare tra intensità della risonanza affettiva negativa, suggerita in ipnosi, e livello di attivazione della corteccia cingolata anteriore.

Studi ulteriori hanno evidenziato come l’ipnosi sia in grado di modulare efficacemente non solo la componente motivazionale-affettiva, ma anche quella sensoriale-discriminativa (anche se, probabilmente, in grado minore) in modo dipendente dalla struttura e dalla formulazione della suggestione ipnotica (Faymonville et al., 2000; Hofbauer et al., 2001).

Fonti:
  • De Benedittis G., in Ipnosi, Rivista italiana di ipnosi clinica e sperimentale, 1-2004, FrancoAngeli
  • Faymonville et al. (2000), in Anesthesiology 92: 1257-1267
  • Hofbauer et al. (2001), in Journal of Neurophysiology 86(1): 402-411
  • Rainville P. et al. (1997), in Science, 277: 968-971
  • Rainville P. et al. (1997), in Pain, 82: 159-171

06 dicembre 2005

Ipnosi per dimagrire, Corriere della Sera

A dieta (e senza ansia) con l'ipnosi
Fotografato il cervello per dimostrare come può funzionare
Fu una falsa partenza, nel diciottesimo secolo, quando il medico tedesco Franz Mesmer curava pazienti con il suo «fluido magnetico». Poi l'ipnosi venne rispolverata nel 1842, con il nome attuale, dall'oftalmologo inglese James Braid e usata successivamente da Sigmund Freud per curare Anna O. e qualche altro paziente isterico. Negli anni Cinquanta comincia a essere sfruttata in medicina, un po' empiricamente, per combattere il dolore (e successivamente
altri disturbi come ansia e depressione, colon irritabile e persino obesità).
Ora sta entrando nel mondo delle neuroscienze: quest'ultimo esperimento fotografa le alterazioni del cervello e dunque indica la strada per la cura di alcune malattie. Da qualche tempo la pratica dell'ipnosi è estesa. E viene utilizzata anche per far dimagrire o per diminuire lo stress, per smettere di fumare, per correggere disfunzioni sessuali. E' una sorta di amplificatore della volontà. Aiuta a mettere in pratica desideri che sembrano irrealizzabili: anche adattarsi a un nuovo ambiente di lavoro. In cinque o sei sedute si avvia un processo di autoguarigione. L'ipnosi medica, lontana da quanto si vede in certi
spettacoli in tv, sta diventando sempre più un successo, nelle forme che
riguardano sia i malesseri minori che la vita quotidiana. Tanto da aver indotto gli scienziati a cercare di capire il funzionamento del cervello sotto ipnosi.

Articolo del 23 novembre 2005, apparso sul Corriere della Sera. Finalmente un articolo che parla degli ultimi sviluppi dell'ipnosi legati alle neuroscienze e che presenta notizie attendibili, anche se incomplete e con un linguaggio un pò troppo pubblicitario. Non a caso, fra tutti i possibili benefici, è la linea a guadagnare il titolo/podio.