"Mal d’intestino
Una sindrome a larga diffusione, sottovalutata e poco curata.
La complessità del "secondo cervello"
Non è vero che l'allungamento del colon è causa di stipsi. Non sempre una dieta povera di fibre è responsabile del problema, anzi qualche volta aumentarne l'assunzione peggiora i sintomi, e non è dimostrata una correlazione diretta tra alvo difficile e introito di liquidi. Gli ormoni sessuali in gravidanza possono solo rallentare il transito intestinale. È improbabile che i lassativi stimolanti, nei dosaggi raccomandati, possano essere dannosi per il colon, inoltre non è vero che essi inducano stipsi dopo sospensione. Le false credenze sulla Sindrome dell'Intestino Irritabile (SII) sono troppe, fare chiarezza è di aiuto ai pazienti.Accertati, invece, sono la diffusione del disturbo intestinale, ne soffre il 10-15% della
popolazione generale giovane-adulta con punte del 35% in alcune aree geografiche, e una prevalenza da due a tre volte maggiore tra le donne, e i costi che per gli 8 paesi più industrializzati superano i 41 miliardi di dollari l'anno. Un disturbo quello da intestino irritabile (per definizione caratterizzato da dolore e disagio addominale, gonfiore e funzionalità intestinale alterata con costipazione e/o emissioni frequenti) ritenuto all'esordio poco più che una "noia"."Preoccupa, intanto, che solo il 25% dei malati si rivolge al medico di base o allo specialista", a parlare è Enrico Corazziari, gastroenterologo all'Università "La Sapienza" di Roma, "poi che nel 50% dei casi la sindrome è di natura funzionale, ed infine che il 92% dei pazienti presenta gli stessi sintomi a distanza di 10-13 anni dalla prima diagnosi". Nel tempo i disturbi aumentano, la qualità della vita si riduce e
il malato è costretto a una sorta di isolamento sociale e lavorativo.Una seria valutazione dei sintomi (con l'ausilio delle più recenti linee guida RomeII) e una precoce diagnosi, invece del frequente "fai-da-te" con diete sbagliate, prodotti di erboristeria, lassativi non idonei o stoica sopportazione, potrebbero evitare la cronicizzazione del problema che alla lunga può comportare lesioni del pavimento intestinale, e innumerevoli quanto inutili interventi chirurgici. Il segreto per arrivare alla soluzione è instaurare un rapporto di estrema fiducia e confidenza col medico curante e "capire" il proprio intestino. "Considerato a ragione il "secondo" cervello del nostro organismo", spiega Peter J. Whorwell, gastroenterologo all'ospedale universitario di South Manchester, "l'intestino da un lato controlla la sua
motilità e sensibilità grazie al sofisticato plesso mioenterico che lo avvolge, dall'altro produce enormi quantità di serotonina, neurotrasmettitore
sintetizzato anche dai neuroni, le cellule del sistema nervoso, che ha molto a che fare con il tono dell'umore. Proprio uno squilibrio dell'asse sistema nervoso centrale-sistema nervoso intestinale indurrebbe un'alterata produzione di serotonina con le conseguenze che sappiamo".Ipnosi, attività di rilassamento, 5HT4 agonisti della serotonina (stipsi) e 5HT3 antagonisti della serotonina (diarrea), antispastici, fibre, procinetici come il tegoserod, non ancora registrato in Italia, antidepressivi e probiotici, anche questi ancora non registrati da noi, possono risolvere il disturbo insieme a qualche etto di fiducia in più verso se stessi."
Fonte: Repubblica
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