L'idea prevalente nello smettere di fumare prevede che il fumatore prepari i propri tentativi di smettere di fumare in anticipo; si ritiene che, così facendo, aumentino le probabilità di successo.
Una ricerca condotta in Inghilterra su 918 fumatori che hanno fatto almeno un tentativo di smettere di fumare e su 996 ex-fumatori, da 16 anni in su, mostra che il 48,6% dei fumatori riporta che il più recente tentativo di smettere di fumare è stato messo in atto immediatamente dopo che la decisione era stata presa; che i tentativi non-programmati di smettere di fumare avevano una probabilità maggiore di successo per almeno 6 mesi (fra coloro che aveva fatto un tentativo tra 6 mesi e 5 anni prima, le probabilità di successo erano 2.6 volte maggiori nei tentativi non-programmati rispetto a quelli programmati; nei tentativi di smettere fatti 6-12 mesi prima, la probabilità era 2.5 volte maggiore); tali differenze sono rimaste invariate indipendentemente dall’età, dal sesso e dalle differenze socioeconomiche.
La ricerca propone un modello di cambiamento secondo il quale i fumatori hanno differenti livelli di tensione motivazionale da fermare e diversi “interruttori” (triggers) ambientali che attivano gli stati motivazionali. Se un “interruttore” riguarda la rinuncia immediata alle sigarette, ciò può essere l’indizio di un cambiamento più maturo rispetto ai tentativi di progettare un piano per smettere di fumare in un determinato, prossimo futuro.
Fonte: "Catastrophic" pathways to smoking cessation: findings from national survey
Robert West, Taj Sohal, University College London
09 febbraio 2006
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