A dieta (e senza ansia) con l'ipnosi
Fotografato il cervello per dimostrare come può funzionare
Fu una falsa partenza, nel diciottesimo secolo, quando il medico tedesco Franz Mesmer curava pazienti con il suo «fluido magnetico». Poi l'ipnosi venne rispolverata nel 1842, con il nome attuale, dall'oftalmologo inglese James Braid e usata successivamente da Sigmund Freud per curare Anna O. e qualche altro paziente isterico. Negli anni Cinquanta comincia a essere sfruttata in medicina, un po' empiricamente, per combattere il dolore (e successivamente
altri disturbi come ansia e depressione, colon irritabile e persino obesità).
Ora sta entrando nel mondo delle neuroscienze: quest'ultimo esperimento fotografa le alterazioni del cervello e dunque indica la strada per la cura di alcune malattie. Da qualche tempo la pratica dell'ipnosi è estesa. E viene utilizzata anche per far dimagrire o per diminuire lo stress, per smettere di fumare, per correggere disfunzioni sessuali. E' una sorta di amplificatore della volontà. Aiuta a mettere in pratica desideri che sembrano irrealizzabili: anche adattarsi a un nuovo ambiente di lavoro. In cinque o sei sedute si avvia un processo di autoguarigione. L'ipnosi medica, lontana da quanto si vede in certi
spettacoli in tv, sta diventando sempre più un successo, nelle forme che
riguardano sia i malesseri minori che la vita quotidiana. Tanto da aver indotto gli scienziati a cercare di capire il funzionamento del cervello sotto ipnosi.
Articolo del 23 novembre 2005, apparso sul Corriere della Sera. Finalmente un articolo che parla degli ultimi sviluppi dell'ipnosi legati alle neuroscienze e che presenta notizie attendibili, anche se incomplete e con un linguaggio un pò troppo pubblicitario. Non a caso, fra tutti i possibili benefici, è la linea a guadagnare il titolo/podio.
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